S.E. Monsignor Oliva: «Volgiamo lo sguardo alla speranza di un mondo nuovo, senza guerre ed ingiustizie»

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Con la celebrazione della Domenica delle Palme la comunità cristiana entra nella Settimana Santa e si proietta verso la Pasqua di Resurrezione. S.E. il Vescovo di Locri-Gerace, presiedendo la processione e la benedizione delle Palme per le vie cittadine di Locri, si è soffermato su quanto proposto dalle letture liturgiche del giorno, ha ricordato che Gesù, come aveva profetizzato Isaia, “Non ha sottratto la faccia agli insulti e agli sputi”, e ha spiegato: «Gesù fu accolto e acclamato da una folla varia ed eterogena: insieme a tanti suoi amici, vi erano anche coloro che pochi giorni dopo l’accuseranno e lo condanneranno. Una folla che di fronte a Gesù deve decidere da che parte stare. C’è chi lo seguirà sino in fondo e chi lo rinnegherà e condannerà. La verità che emerge è che davanti al Dio che si è fatto uomo ed è entrato nella storia umana non si può restare indifferenti. Occorre prendere posizione. È la storia di sempre, ove il credente vive accanto al non credente e ognuno è libero di scegliere da che parte stare».
E’ questa l’immagine principale offerta dalla Domenica delle Palme: Gesù che entra a Gerusalemme (in sella a un umile asino, non a un cavallo allora usato per andare in battaglia) osannato dalla folla che lo accoglie festante e che poi lo abbandonerà; infatti molta di quella stessa gente griderà contro di lui, condannandolo a morto. Gesù, come scrive san Paolo nella Lettera ai Filippesi, “umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce”, e monsignor Oliva ha spiegato: «Gesù viene condannato innocentemente. Nessuno se ne assume la responsabilità, ma Lui non si ribella di fronte alla volontà del Padre che l’invia. Per liberare l’uomo dalla morte – ha aggiunto- ha accettato anche la sua morte nella forma più orrenda. È un Dio che ha svuotato sé stesso assumendo una condizione di servo». Come aveva spiegato nell’ultima cena agli apostoli e come si è letto oggi nel racconto della Passione secondo Luca: “Io sto in mezzo a voi come colui che serve”.
Guardando ai riti dei prossimi giorni, monsignor Oliva ha detto: «Sono tanti i momenti liturgici della settimana santa, che ci portano a vivere il mistero di un Dio che si fa uomo per solidarizzare con la nostra umanità. È un Dio che entra nelle pieghe più nascoste della nostra storia. Un Dio che ha salvato tutto ciò che ha assunto. Per salvare l’uomo come tale è nato come gli altri uomini. Per santificare il lavoro umano, ha lavorato come uomo. Per dare forza nelle umane debolezze, ha accettato di essere un bambino, un profugo, un predicatore stanco, incompreso e odiato». Sul momento di grazia che è il Giubileo della speranza indetto da Papa Francesco, il vescovo di Locri-Gerace ha detto: «Siamo nell’anno giubilare, il nostro sguardo volge alla speranza di un mondo nuovo, senza guerre e ingiustizie. In cammino verso la fraternità. Nella globalizzazione della solidarietà. Ogni uomo e ogni donna di questo nostro tempo, se non vuole restare inerte ad aspettare che il bene, la pace, la fraternità arrivino da soli, deve diventare pellegrino di speranza come discepolo del Risorto».

Foto di Enzo Lacopo