La Croce e Maria: una fede che resiste nel cuore dei fedeli di Polsi

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Bentornati, fedeli della Madonna della Montagna. Bentornato popolo fedele di Polsi. Dopo la celebrazione del due settembre siamo venuti per celebrare l’esaltazione della Croce. Due momenti immancabili per chi è devoto della Madonna di Polsi. Qui tutto è iniziato da Maria, la madre, e dalla Croce. Maria e la Croce sono un connubio perfetto, il segreto di una storia più che millenaria di fede e di devozione, ma anche di offerta di sé e di tanta sofferenza. È la sofferenza della nostra gente, semplice e accogliente, laboriosa e fedele. È la sofferenza di tante famiglie, che accolgono nelle loro case la carne sofferente di Cristo nelle ferite di un figlio ammalato, di un disabile o di un anziano.
Qui apprendiamo quanto sia vero il connubio “Mai la croce senza Maria e mai Maria senza la Croce”. La vita ci mostra quanto sia necessario avere accanto il volto della madre Maria. Tanto lo è stato per Gesù, che, inchiodato in croce, ha trovato nella presenza della madre un conforto vero, quel meraviglioso sostegno che l’ha aiutato a vivere la volontà del Padre sino in fondo. A Polsi veniamo per intercettare il volto della madre, alla quale desideriamo consegnare le nostre fatiche, attese e speranze.
Il popolo di Polsi è abituato a superare ogni difficoltà e limite pur di arrivare al santuario. Non ci sono ostacoli che non vengano affrontati con determinazione e senza imprecazioni. Tutto è vissuto col coraggio della fede, pur di incontrare la madre. I fedeli della Madonna di Polsi non si perdono d’animo e vivono il lungo percorso con intrepido coraggio e resistenza e soprattutto con tanta fede.
Lo scorso 2 settembre ho colto le difficoltà di tanti ed il disagio sia per aver dovuto affrontare un lungo percorso a piedi sia per la mancanza di alcuni servizi essenziali. Quanto accaduto ci ha addolorati. Ed insieme a don Tonino, il rettore/superiore di Polsi, ho chiesto un appuntamento al Prefetto Clara Vaccaro, per esporre tutte queste difficoltà. Devo dire grazie al Prefetto, per averci ascoltato e compreso le nostre osservazioni. Abbiamo fatto presente al Signor Prefetto che l’accesso al santuario in sicurezza è un diritto dei fedeli, particolarmente per quanti sono anziani o ammalati o hanno disabilità, ma anche per le stesse famiglie. Ci siamo permessi di richiamare l’esperienza maturata in questi ultimi anni, grazie alla collaborazione tra il rettore del Santuario ed i Carabinieri di san Luca, che ha consentito di raggiungere il santuario senza eccessivi disagi. Il Signore Prefetto ha preso a cuore le nostre richieste, rendendosi disponibile a risolvere le problematiche sollevate. Ogni decisione concreta non può non tener conto di offrire l’accesso in sicurezza, come anche il rispetto del norme e degli adempimenti richiesti per l’esercizio di ogni attività commerciale e l’occupazione dello spazio pubblico.
Ho visto grande disponibilità sia del Prefetto sia del Commissario di San Luca e delle altre autorità preposte alla viabilità e all’ordine pubblico nel concertare modalità concrete che consentano a tutti i fedeli di poter raggiungere il Santuario in sicurezza e col minimo disagio. Resta comunque imprescindibile il rispetto delle regole stradali da parte di tutti, degli automobilisti in particolare, ed un comportamento civile che tenga conto della sicurezza.
Non posso a riguardo non ringraziare tutte le forze dell’ordine che hanno garantito sempre questa sicurezza, in un contesto di difficoltà ove l’affluenza dei pellegrini è stata concentrata soprattutto in alcuni giorni, caratterizzata da uno spirito di convivialità e dalla tradizione popolare che si esprime nella spontaneità dei ritmi, delle musiche e dei balli.
Ai fedeli devoti della Madonna di Polsi dev’essere possibile venire al santuario e vivere intensi momenti spirituali. Non si ratta di un privilegio, ma di un nostro diritto. Venire al santuario dà ristoro spirituale ed è un recupero di energie che ci dà benessere e ci fa recuperare la capacità di vivere la quotidianità affrontando con coraggio ogni difficoltà e vivendo da cittadini responsabili, partecipi alla vita pubblica. 
Per noi il santuario della Madonna della Montagna di Polsi è una meta importante, dove poter venerare la Madre di Dio ed esprimere il nostro sentimento religioso. Per noi essere cristiani è essere mariani. Non sappiamo essere con Gesù, senza passare attraverso Maria.
Restiamo fedeli alla tradizione che ci consegna Polsi come meta di pellegrinaggio. Non dimentichiamolo! Venire in pellegrinaggio ed in carovana è un cammino penitenziale che aiuta a ritrovare la pace interiore, l’amicizia e la comunione con i fratelli e con Dio.
Fedeli di Polsi, non perdete il legame con Maria, camminate sempre invocando Maria sapendo che Lei è una madre sempre vicina ai suoi figli come è stata vicina a Gesù per tutta la sua vita, dall’inizio sino alla croce. Tra Maria e la croce c’è uno stretto legame: non c’è Maria senza croce e non c’è croce senza Maria.
Non c’è Maria senza Croce. Come non c’è mamma che non senta di dover portare sulle sue spalle il proprio figlio e la sua missione.
La presenza della madre nel mezzo della sofferenza, sul punto di morte, fa sentire al figlio di non essere solo. La missione ricevuta dal Padre si realizza alla presenza e grazie alla vicinanza della madre, che non versa lacrime, ma “sta lì in silenzio ai piedi della croce”.
Quanto sarebbe triste ed insopportabile la croce col crocifisso da solo, senza la madre. Maria porta la croce insieme a suo Figlio. È madre dei dolori, ma sempre madre!
Già durante la vita Maria aveva provato un anticipo della sofferenza del Figlio. Il vecchio Simeone mentre presenta il Figlio al tempio le predice: “Una spada ti trafiggerà l’anima”. È una profezia che anticipa tutto quanto vivrà durante la sua esistenza.
La croce di Cristo entra nella missione materna di Maria. I dolori di Maria, detta anche Addolorata, riguardano tanti momenti della vita di suo Figlio. La sua sofferenza è legata indissolubilmente a quella del Figlio.
Non c’è croce senza Maria. Non c’è figlio che non abbia bisogno della madre. Il figlio sofferente trova conforto nella madre. Ai piedi della croce Maria diviene nostra madre. E Gesù affida a noi sua madre.
Grazie, Maria, tu sei la madre che sta lì accanto al figlio morente, sei la madre addolorata ai piedi della croce. Sei la madre che ci sta vicina nei momenti di dolore e di sofferenza, non ci lasci soli. Siamo qui a dirti che ti vogliamo madre per sempre. E nel momento del pericolo e della morte sii a noi vicina. Noi t’invochiamo: “Mamma mia, madonna mia!”. E Tu non manchi di esserci vicina.
Questa celebrazione dell’esaltazione della croce ci pone davanti un paradosso: l’esaltazione di una croce! Come si fa ad esaltare la croce, le nostre croci quotidiane. Nessuno di noi esalta la sofferenza e la croce. Gesù però ci mostra un significato diverso della croce: la croce non è per lui solo un patibolo, uno strumento di morte, ma è via di salvezza, espressione di una vita donata, di un amore portato sino alle estreme conseguenze.  Sulla croce di Cristo sono appese tutte le nostre croci, i nostri errori, i peccati, le incoerenze, i fallimenti, gli odi e le inimicizie, le nostre sofferenze e malattie.
Volgiamo il nostro sguardo al crocifisso e diciamo: quanto ci hai amati, Signore! Non potevi amarci di più! Grazie per il dono del tuo amore, della tua vita. Accogli la nostra richiesta di perdono. Su quella croce ci sono anche i nostri fallimenti, le nostre incoerenze, i nostri peccati.
Perdonami, Signore, e fammi vivere nel tuo amore misericordioso. Per la tua croce, siamo stati redenti
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Ritorniamo alle nostre case sapendo che non siamo mai soli. La presenza di Maria ci ricorda sempre che Dio ci ama e ci perdona. Nessuno davanti a Lui deve disperare. Egli non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma per salvarlo. Gesù, il Figlio di Maria, ci ha salvati attraverso la sua morte in croce. Quando ci sentiamo oppressi dal male, abbandonati e soli, volgiamo lo sguardo a Lui, stringiamo tra le nostre mani la croce benedetta e saremo salvi. Amen.

✠ Francesco Oliva