A tutti voi che state seguendo questa celebrazione da casa dico: buona domenica delle palme a casa, in famiglia. Sia che avete con voi un ramoscello di olivo o una palmetta sia che ne siete sprovvisti, condividete la gioia di questa festa. Il Signore, come entra solennemente in Gerusalemme, vuole entrare nella vostra casa per fare Pasqua con voi. Sarà un modo diverso di viverla rispetto allo scorso anno, ma non cambia il suo significato.
Faremo pasqua quest’anno nell’intimità della casa, facendo memoria in più tappe del racconto dell’amore di Dio per noi. Col solo obiettivo di rinnovare il nostro cuore ed aprirlo al Signore. Il racconto d’amore di Dio comincia con l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Gesù entra nella città santa e ci chiede di lasciarci coinvolgere nel suo cammino. Non da spettatori, ma da protagonisti. Nella sofferenza c’è la sofferenza di tutti gli uomini, c’è la sofferenza del nostro tempo, dei malati di covid-19, dei loro parenti, dei medici ed infermieri che li assistono. In questo doloroso momento con la propria sofferenza tanta gente, infetta dal covid-19, partecipa alla passione del Signore, vive sulla sua carne la vicinanza di Gesù sofferente.
Viviamo questo tempo di coronavirus come un tempo di prova, che ci aiuta a recuperare ogni capacità di resistenza e la forza interiore per superare tante difficoltà. A volte sogniamo una vita senza problemi, pensiamo di poter raggiungere i nostri obiettivi senza troppa fatica e col minimo sforzo. Non è così. Il discepolo del Signore si vede da come cammina dietro a Lui. Solo portando con Lui la croce oseremo affrontare la vita con coraggio.
Il Vangelo di Matteo ricorda le drammatiche vicende delle ultime ore di Gesù.
Vi è anzitutto l’ora dell’ultima cena, quando, nell’intimità di una tavola imbandita, faremo memoria del dono dell’Eucaristia: in quel pane spezzato ed in quel vino versato rivivremo la presenza del Signore. Mi auguro che questo tempo di digiuno eucaristico ci aiuti a recuperare la consapevolezza del dono dell’Eucaristia. Per nulla scontato! Forse abbiamo troppo abusato di questo pane. Tante Messe, troppe Messe, poca Messa! Ci manca l’Eucaristia dell’ultima ora, il viatico, l’Eucaristia nel giorno delle esequie. Recupererà la nostra comunità il valore di tali celebrazioni? Quando ritornerà il sereno, saremo capaci di riscoprire quanto l’Eucaristia sia preziosa per noi? Quanto sia importante nel sostenere le relazioni con i fratelli.
Vi è poi l’ora del Getsemani, dell’agonia e del tradimento. Lì Gesù affronta la decisione di andare fino in fondo. Lo fa per tutti, portando la croce lungo la via del calvario, per espiare il peccato e il dolore del mondo. Ma i suoi amici non sanno fare altrettanto: si addormentano, lo rinnegano. Gesù c’invita a condividere la sua intimità dolorosa.
In questa strana settimana, più deserta che santa, per l’assenza fisica della comunità, c’è poi l’ora del sabato santo, l’ora del silenzio, della tomba, che aveva spento ogni speranza. E’ l’ora dell’attesa, della paura, l’ora in cui il seme gettato in terra marcisce prima di un nuovo germoglio. E’ l’ora che non passa mai, ma anche l’ora che non possiamo sfuggire.
Tutto converge all’ora di Gesù risorto, che ci fa esplodere di gioia nel canto dell’«Exultet»: “O notte beata, tu solo hai meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dagli inferi”. E’ l’ora della risurrezione di Gesù, sorgente della nostra risurrezione futura (cfr 1 Cor 15,20-22). E’ l’ora, che ci porta a gustare «le meraviglie del mondo futuro» (Eb 6,5) ed a vivere non più per noi stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per noi (cfr 2 Cor 5,15).
E’ l’ora in cui Gesù risorto vuole entrare a casa vostra per fermarsi con voi. Vuole mettere ordine nell’intimità della vostra casa e nelle vostre relazioni familiari. Vuole fare Pasqua con voi! E lo farà, nella misura in cui tutti assieme vi riscoprirete figli amati da Dio. Nell’intimità della casa vivete l’attesa della risurrezione, del risveglio a vita nuova. E anche se forse troppo provati da questo lungo periodo di ritiro forzato, riavrete la forza di rialzarci e ripartire. Questa sarà la vera Pasqua, apportatrice di salvezza, da accogliere come un Kairos (καιρός), come l’ora giusta ed opportuna, per un vero rinnovamento interiore.
(Credo che molti, pur volendo, non avranno la possibilità di confessarsi. Ed allora se non sarà possibile la confessione sacramentale, sarà possibile un atto di contrizione perfetta, esaminandoci davanti al Signore, riconoscendo i vostri peccati e pentiti chiedendone perdono al Signore, col proposito di confessarsi appena possibile. Quest’anno non è possibile seguire le celebrazioni della settimana santa. Lo potete fare in comunione spirituale, seguendo i riti trasmessi in diretta sia quelli celebrati dal Santo Padre che nella nostra cattedrale (in diretta su Telemia e sulla pagina Facebook della diocesi e su Pandocheion). Non stancatevi di pregare nelle e con le vostre famiglie. Vi potrà essere di aiuto avere in casa, in un luogo ‘speciale’, la Bibbia, il crocifisso, o un’immagine sacra, con accanto un lumino acceso, almeno nei giorni del Triduo Pasquale).
Restiamo uniti nella preghiera, perché questa pasqua vissuta nell’intimità della casa, aiuti a recuperare il coraggio della riconciliazione e del perdono, la pace e l’amicizia con Dio. Sarà una Pasqua da ricordare ancora di più, perché inizio di una nuova pagina della vostra vita.
Francesco Oliva