Mi piace quest’anno rivolgere gli auguri di Natale da San Luca, ov’é in corso la visita pastorale. Da questo bel paese della nostra terra, che risente di tante ferite e sofferenze, ed in un certo senso raccoglie in sé tutte le povertà della nostra Locride. Condividono con me questo augurio tutte le persone che sto incontrando in questi giorni e che vivono la presenza del Signore nelle loro case, spesso umide e fredde, che non possono partecipare alla gioia della festa insieme alla comunità, perché malate, anziane, impedite per altre ragioni o agli arresti domiciliari. O anche perché hanno perso il lavoro. E’ un augurio che raccolgo sulle labbra di tutti, passando tra le case e incontrando la quotidianità della gente, là dove abitano le famiglie, i malati ed i sofferenti. E’ in questi luoghi che il Signore viene ad abitare. Questi nostri fratelli e sorelle, cui ho chiesto di offrire la propria sofferenza per la nostra Chiesa, sono pronti ad accogliere l’annuncio dell’angelo nella notte santa: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore». Il Natale ci richiama tutto questo: il Signore viene tra noi per restarvi, s’incarna nella storia di tutti i giorni e negli ambienti di vita, soprattutto là dove c’è tristezza e sofferenza. È in questa quotidianità che siamo chiamati a dire che il Signore ci è accanto, anche quando siamo «affaticati e oppressi».
Ho visto con piacere che in tante case è stato allestito il presepe. Con il linguaggio semplice di San Francesco di Assisi“il presepe, mentre ci mostra Dio così come è entrato nel mondo, ci provoca a pensare alla nostra vita inserita in quella di Dio; invita a diventare suoi discepoli se si vuole raggiungere il senso ultimo della vita” (Papa Francesco). Nella povertà dei segni di un presepe, dove Maria depone Gesù nella mangiatoia e con Giuseppe ed i pastori Lo contempla e adora, incontriamo la tenerezza di Dio.
Il senso profondo del Natale sta nella fedeltà del Signore, nella sua continua benevolenza. Il Signore è fedele sempre, anche quando non ce ne accorgiamo o siamo troppo presi dalle cose o dalle fatiche del vivere quotidiano. Non ci dimentica, non ci lascia soli, si mostra col volto di un Dio che ci vuole bene, ci cerca, ci viene incontro, ci ama e si fa carico delle nostre difficoltà.
L’augurio più bello che voglio condividere con tutti voi, carissimi fratelli e sorelle, sta nella certezza che non siamo soli e che anche coloro che vivono situazioni di disagio, di dolore e difficoltà o sono in carcere possono unirsi a noi nella contemplazione ed adorazione del Mistero Incarnato, di quel Bambino, nato nella grotta di Betlemme. E’ l’annuncio che ci sostiene e ci dona la speranza e la forza di andare avanti.
Buon Natale a tutti ed a ciascuno!
Francesco Oliva