In vista del consueto raduno diocesano dei cri parrocchiali, che si tiene la terza domenica di Pasqua, il Vescovo, mons. Francesco Oliva, scrive ai parroci e a i fedeli impegnati nel servizio di animazione liturgica nelle varie realtà parrocchiali
“Il cantare è segno di letizia e,
se consideriamo la cosa più attentamente,
anche espressione di amore.
Colui dunque che sa amare la vita nuova,
sa cantare anche il canto nuovo”
(S. Agostino)
Carissimi fedeli,
dopo aver preso conoscenza della realtà dei cori parrocchiali presenti in diocesi, desidero richiamare l’attenzione sul ministero ecclesiale del servizio di animazione liturgica. I Cori parrocchiali compiono un bel servizio nelle nostre comunità e meritano di essere sostenuti, incoraggiati ed accompagnati: sono una realtà “sinfonica” espressione della dimensione “corale” di tutta la comunità cristiana. Il loro servizio di animazione liturgica, svolto con passione, tempo e dedizione, è prezioso ed indispensabile: aiuta a camminare ed a crescere nella fraternità, nella preghiera comunitaria e nella lode al Signore. Espressione della comunità credente, i cori rendono lode al Signore attraverso il canto e favoriscono la preghiera comunitaria.
Cari fedeli Coristi,
mi rivolgo anzitutto a voi tutti per dirvi che il vostro servizio è un ministero liturgico molto apprezzato nella nostra chiesa. Per nessuno è un lusso o un “di più” nella liturgia. Nasce da una vera esigenza dello spirito orante. Prende forma nel contesto dell’esperienza di fede, senza la quale viene meno la sua vera motivazione. Sono certo che come coro non vi sentite un gruppo a parte, isolato dalle altre attività parrocchiali. Voi non siete solo per ‘’cantare’’, ma per vivere quello che cantate: gioire con chi gioisce, condividere la sofferenza di chi piange. Siete parte attiva dell’Assemblea liturgica: la vostra azione corale non sostituisce quella della comunità, ma l’accompagna e la guida. La sfida che vi attende è quella di non sentirvi dei professionisti del canto, che svolgono un servizio a richiesta o, peggio ancora, a pagamento. Il vostro servizio reso alla Chiesa si svolge in stretta collaborazione col parroco, primo responsabile nell’organizzazione dell’azione liturgica. A lui dovete fare riferimento. E’ lui il responsabile del vostro cammino di formazione. E’ lui che v’introduce e guida in nel servizio liturgico. Collaborate con lui, per superare la tentazione di conformarvi a stili soggettivi, organizzandovi autonomamente in modo da soddisfare le richieste private del vostro servizio. Voi coristi avete un ruolo ben preciso nella realtà parrocchiale. Sarà cura del parroco favorire, oltre che la vostra preparazione musicale, anche un’adeguata formazione liturgica e spirituale, in modo che dalla corretta esecuzione del vostro servizio derivi non soltanto il decoro della azione sacra, ma anche un vero bene spirituale per voi stessi e per l’edificazione dei fedeli.
A Voi spetta un giusto inserimento nella vita pastorale e liturgica della diocesi. L’Unione diocesana dei cori parrocchiali è per favorire questo obiettivo. Non considerate l’adesione ad essa una scelta secondaria, non necessaria, specie se volete essere un coro parrocchiale. Aderire ad essa è un’opportunità di crescita che la diocesi vi offre, in modo da essere protagonisti nei vari eventi liturgici della diocesi e nel suo cammino pastorale. Nell’Unione diocesana dei Cori parrocchiali vivrete delle occasioni favorevoli di maturazione, specie se siete un “piccolo” coro di una piccola comunità, ed imparerete a camminare con chi ha maturato maggiore esperienza corale. Non mancate ai momenti di formazione organizzati dall’Unione diocesana, come anche all’annuale raduno diocesano e alle varie convocazioni per i servizi di animazione.
Mentre esprimo il mio ringraziamento per il vostro servizio, desidero sottolineare e raccomandare vivamente la gratuità del vostro servizio di animazione liturgica nel contesto dell’amministrazione dei Sacramenti. I Sacramenti non hanno un prezzo. Di conseguenza devono essere offerti a tutti nello spirito della condivisione e della gratuità, senza fare preferenze tra una celebrazione e l’altra, e soprattutto senza lasciarvi sedurre dalle richieste di chi saprà come ricompensarvi, trascurando il più povero e chi possiede di meno. Il vostro è un servizio alla Chiesa da svolgere con la gioia nel cuore, sapendo di lodare il Signore e di far felici quanti, grazie alle vostre melodie, si avvicineranno a Lui.
Tenete presente che l’animazione liturgica è bella e autentica nella misura in cui è espressione di una fede viva e vera, che non si lascia assoggettare alla logica del profitto. Attraverso un’animazione liturgica ben curata è la Comunità stessa che vive e partecipa ai momenti di gioia dei suoi membri (S. Messa domenicale, Battesimo, prima Comunione, Matrimonio), di lutto e di dolore (esequie e anniversari). Sappiate che, se è bello e significativo avere la vostra presenza nelle celebrazioni più solenni, non meno lo è in occasione delle esequie di un povero, spesso dimenticato dai più!
Sono certo che la vostra presenza alle celebrazioni liturgiche riempie il cuore di tanti, facendovi sentire parte di una comunità più grande che ama e loda il Signore, della comunione dei Santi che in cielo eternamente lo glorifica.
Cari Parroci,
non mancate di riconoscere ed affermare il valore e l’insostituibilità del servizio svolto dal Coro parrocchiale. Non lasciatelo all’intraprendenza privata come fosse una realtà secondaria. Quando è possibile, la sua presenza è un supporto importante per il coinvolgimento e la partecipazione liturgica dei fedeli. Esso partecipa dell’irreversibile processo di riforma liturgica, che tocca anche le espressioni più proprie della pietà popolare, il cui obiettivo non è rendere la liturgia più emotiva o spettacolare, ma aiutare ad entrare nel mistero che si celebra.
Promuovete e favorite la formazione dei cori, prestando attenzione alla loro educazione liturgica, che rimane ancora oggi “una sfida da affrontare sempre di nuovo” (papa Francesco). Essa farà da supporto alla formazione liturgica di tutta la comunità, che si rafforza nella fede attraverso celebrazioni bene organizzate e vissute.
In presenza di più cori nella medesima parrocchia, raccomando vivamente di curarne la vita spirituale in modo che non si creino conflittualità e pericolosi antagonismi. Si stabiliscano dei turni di animazione nelle diverse celebrazioni, in modo da evidenziare ancor meglio il loro ruolo ministeriale. Nelle celebrazioni più importanti si uniscano i diversi Cori in modo da formare un unico coro, a testimonianza dell’unità della Comunità parrocchiale.
Sostenere l’azione dei Cori anche con aiuti concreti fa parte della sensibilità parrocchiale. Mettere a loro disposizione quanto necessario è un segno di attenzione e riconoscenza. Gli oneri sostenuti per il servizio liturgico possono rientrare tra le spese di culto della Parrocchia alla pari di altre relative alle attività apostoliche e di evangelizzazione (sostentamento del clero, arredi e suppellettile sacra, manutenzione della chiesa). Nè dispiace se i fedeli come segno di riconoscenza diano al Coro un’offerta libera, da destinare alle loro spese organizzative o per particolari opere di solidarietà e carità. Deve essere però evitata ogni forma di contrattazione privata tra il coro e i fedeli che eventualmente ne richiedessero il servizio. Nel caso in cui il Coro o singoli componenti dovessero prestare il loro servizio di animazione musicale in contesti extra liturgici che prevedano un rimborso lo facciano a titolo esclusivamente personale e mai come Coro parrocchiale. La Chiesa non è un mercato, ove è lecito svolgere attività di lucro! Sotto questo profilo grava su ogni parroco il dovere della vigilanza.
Si sconsiglia nelle celebrazioni sacramentali l’esibizione di gruppi musicali professionisti che non si adeguino alle esigenze liturgiche, avendo la propria specificità nell’intrattenimento musicale nelle sale di ricevimento.
Raccomando i Parroci, i Cappellani ed i Rettori dei Santuari di fare in modo che queste indicazioni siano accolte ed osservate con cuore docile e rispettoso, nell’unità della fede che ci fa essere “un cuor solo ed un’anima sola”.
A tutti va la gratitudine per il servizio liturgico svolto e la benedizione del Signore.