Carissime Famiglie,
sebbene sia impossibile potervi raggiungere e incontrare tutte individualmente, è mio desiderio farvi pervenire i più sinceri ed affettuosi auguri di buon Natale!
Mi piacerebbe poter accogliere le vostre speranze e con esse le sofferenze che portate nel cuore, e aiutarvi a fronteggiare insieme tutte le difficoltà che si fanno presenti sul vostro cammino. Conosco i ritmi vorticosi, in cui, spesso, la vita familiare è costretta a barcamenarsi. Poco è il tempo di stare insieme, di ascoltarsi, di pregare e anche solo di creare relazioni. Tante sono le angosce, le povertà e miserie che vi affliggono! Non meno le delusioni o i fallimenti che intaccano l’unità coniugale e familiare! Vorrei poter dire a ciascuna di voi: “Rallegriamoci tutti nel Signore, perché è nato nel mondo il Salvatore. Oggi la vera pace è scesa a noi dal cielo” (antifona alla Messa). Il Verbo di Dio si fa uomo, entra nella storia grazie ad una famiglia! E’ in una famiglia che si è celebrato il “primo” Natale: la povera ed umile famiglia di Nazareth. Maria e Giuseppe hanno fatto del loro amore l’unico vero rifugio per quel Bambino. In questa famiglia Gesù ha sperimentato la tenerezza dell’amore paterno e materno. La bella notizia del Natale è proprio questa: Gesù si è incarnato in una famiglia. Il bene più grande che ha potuto trovare sulla terra è stato l’affetto caloroso di un padre ed una madre.
Ecco allora, carissime famiglie, la vostra missione: essere nel mondo annunciatori di tale gioia. La mia e vostra attenzione vuole perciò centrarsi su Gesù: è Lui che ci mostra, nella carne di un bimbo, il Dio che si fa uno di noi. Vorrei condividere con voi la certezza che non siamo di fronte ad una fiaba, quanto ad una storia vera che ci appartiene e ci interpella: Gesù è nato a Betlemme nel 753 dalla fondazione di Roma, sotto l’imperatore Cesare Ottaviano Augusto, quando in Giudea era re Erode il Grande e il governatore della Siria era Quirinio.
Sì, è in questa vostra-nostra storia, in questa vostra famiglia che il Signore, oggi chiede di dimorare. Egli è nato povero, perché tutti potessimo incontrarlo, anche gli ultimi della terra, i più diseredati, coloro che a causa dei vari terremoti in centro Italia, nell’Isola di Sumatra e altrove sono rimasti senza casa, senza beni, senza futuro. Per voi famiglie in difficoltà c’è la un messaggio del profeta Isaia: “Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio. Egli viene a salvarvi” (Is 35,4). Quello che il Profeta ha preannunciato l’evangelista Luca lo proclama: “Oggi è nato per voi un Salvatore” (Lc 2,11).
Cari genitori,
doni preziosi sono i vostri figli, accompagnateli nella loro crescita e fate in modo che, seguendo il Cammino Emmaus, portino a completamento l’iniziazione cristiana, secondo le indicazioni dei vostri parroci. Siate aperti alla vita! Nel nostro tempo i natali sono sempre più pochi, la vita non nasce, la popolazione invecchia. Il Signore non farà certo mancare il pane sulle vostre mense. Sogno, con voi e per voi, che la nostra Locride recuperi la dimensione cristiana della famiglia e torni ad essere la terra dove fiorisce la vita, con la vita la speranza, e con la speranza la gioia. In famiglia si vive l’amore, anche quando si sperimenta l’umana fragilità e la fatica di ricostruire legami deboli e vacillanti.
Voi papà, non lasciatevi scoraggiare dalle difficoltà che incontrate nel portare avanti la famiglia: la mancanza di lavoro, il reddito insufficiente, le scadenze mensili. Ma non state a guardare e non lasciatevi rubare il bene grande della famiglia. Siate guide sagge dei vostri figli e insegnate loro la via della vita, dell’onestà e della giustizia.
Voi mamme, con la vostra tenerezza e l’affetto indicate ai vostri figli la via della carità e dell’amore, tenendoli lontani dalla ricerca delle soluzioni facili e dei sotterfugi. Mentre portate dentro di voi la fatica quotidiana della casa, mostrate la gioia di chi ha saputo accogliere, amare e donare la vita.
Concludo, augurando che questo Natale sia per voi una festa di gioia, pace, serenità, speranza. Come cambierebbe il mondo se ci lasciassimo guidare dalla logica dell’amore! La cosa più bella è fare qualcosa per gli altri. Gesù ci guarda con amore, ha nelle sue mani la vita di tutti, soprattutto quella di chi in questo Natale porta con sé i segni della sofferenza. Davanti alla grotta della Natività, come umili pastori, cerchiamo Dio e domandiamoci seriamente: ha ancora a che fare con noi quel Bimbo? E che ne sarebbe della nostra vita senza di Lui?
È il Natale del Signore: accogliamolo nelle nostre case col cuore semplice ed umile. Chiedo su tutte le famiglie la benedizione di Dio, nostro Padre.