Carissimi,
con l’avvicinarsi della fine dell’anno liturgico e della Solennità di Cristo Re dell’universo, sento di dover ringraziare il Signore per quanto sperimentato e vissuto, per sua Misericordia, nell’Anno Santo che volge a termine. Insieme renderemo grazie nella Solenne Celebrazione Eucaristica di domenica 13 Novembre 2016, che – come previsto dal calendario giubilare – segnerà il termine, nelle diocesi di tutto il mondo, del tempo particolare di grazia dell’Anno Santo della misericordia. La mattina di Domenica 13 Novembre in ogni parrocchia e in particolar modo nei santuari giubilari, si svolgerà la celebrazione di ringraziamento per il tempo vissuto durante il Giubileo. Il tutto secondo lo schema predisposto dall’Ufficio liturgico diocesano su indicazione del Pontificio Consiglio per la nuova Evangelizzazione. Nel pomeriggio, a Gerace, alle 17.00 celebreremo rendendo insieme grazie e chiudendo così, in Diocesi, Il Giubileo straordinario della Misericordia. Nello stesso tempo affideremo alla Divina Misericordia il nuovo anno pastorale 2016/2017. A tal fine, per rendere corale la nostra partecipazione e soprattutto la partecipazione dei nostri fedeli vi chiedo di non celebrare la Santa Messa nel pomeriggio di Domenica 13 Novembre e di convergere, tutti, nella Concattedrale di Gerace, organizzandovi in tempo con i mezzi necessari, per favorire la maggiore partecipazione dei fedeli.
Il nuovo anno pastorale sarà all’insegna della famiglia. Ci lasceremo illuminare dallo Spirito e lavoreremo, in collaborazione con l’Ufficio famiglia, in modo da convertire la nostra pastorale “ordinaria” in pastorale “familiare”.
Faremo nostro il discernimento ecclesiale e sinodale dell’Amoris Laetitia di papa Francesco, volgendo uno sguardo speciale alla famiglia, a tutte le famiglie e soprattutto alle famiglie più fragili e bisognose di vicinanza e di accompagnamento. Tutti i Sacerdoti, in particolare, accoglieranno l’invito ad un ascolto più attento e paziente dei coniugi in difficoltà o che hanno conosciuto il dramma della separazione. Il nostro sguardo di amore sarà alla realtà concreta delle famiglie della nostra terra in difficoltà per i troppi problemi che l’affliggono sia di ordine economico che morale. Conosciamo i condizionamenti ambientali. Sappiamo quanto essi, unitamente ad una mentalità troppo rinchiusa negli schemi di una religiosità tradizionale e devozionale-sacramentale, non favoriscono l’accoglienza del Vangelo in tutte le esigenze di trasformazione e conversione interiore. L’azione pastorale della nostra chiesa è gravemente ostacolata dalla cultura pervasiva della ‘ndrangheta, che i Vescovi Calabresi, in sintonia con papa Francesco, hanno definito “antievangelo”. Se non terremo presente questo, il buon seme del Vangelo cade fra i sassi. Nel cammino di questo nuovo anno esorto pertanto a cogliere “i segni dei tempi”, che sollecitano la nostra Chiesa ad essere più aperta ed attenta alla realtà sociale e alle sue problematiche. Il Vangelo “possiede un contenuto ineludibilmente sociale: nel cuore stesso del Vangelo vi sono la vita comunitaria e l’impegno per gli altri” (EG 177). A nessuno deve sfuggire che “la proposta del vangelo non consiste solo in una relazione personale con Dio”, sicchè “tanto l’annuncio quanto l’esperienza cristiana tendono a provocare conseguenze sociali”(EG 180). Guai a credere che la religione debba limitarsi all’ambito privato e all’esercizio del culto. La Chiesa “non può né deve rimanere ai margini della lotta per la giustizia” (Deus caritas est, 28). Tutti, sacerdoti e fedeli laici, ci sentiamo interessati alla costruzione di una società più giusta. Lasciamoci perciò interpellare da una domanda: l’annuncio del Vangelo nella nostra terra è una forza rinnovatrice dei rapporti sociali e delle Comunità?
Invito tutti a pregare. Facciamolo con il Rosario. La Madonna, presente in tutte le nostre Chiese, ci accompagna, ci è vicina, è pronta a venirci incontro quando la invochiamo. E’ la Mamma nostra che indicandoci Gesù c’invita: “Qualsiasi cosa vi dice fatela!” (Gv 2, 5).
Vi chiedo di non mancare di pregare per me e per la Chiesa diocesana. Come faccio anch’io, invocando speciali benedizioni al Signore per ciascuno di Voi.