Messaggio alla Comunità diocesana
Con il rito d’imposizione delle ceneri è iniziato il cammino quaresimale. “Nella fede e nella speranza”, come afferma papa Francesco nel suo Messaggio per questa Quaresima. Al santo Padre siamo particolarmente vicini in questa sua difficile prova. Preghiamo per la sua salute e continuiamo a sperare in un mondo di pace e di fraternità. In questo anno giubilare il santo Padre ci ha spesso esortati a essere pellegrini di speranza, a camminare insieme nella speranza, ad accogliere gli appelli alla conversione che la misericordia di Dio rivolge a tutti. Viviamo con fede questo tempo forte dell’anno liturgico che ci dispone a celebrare con gioia il trionfo pasquale di Cristo, Signore, sul peccato e sulla morte.
Attraversando il territorio diocesano, durante la visita pastorale, ho colto in tanti il desiderio di ritornare a una fede adulta. Mi sono chiesto: com’è possibile vivere una fede adulta in questo tempo che sembra fare a meno di Dio? Com’è possibile vivere una fede adulta? Non è un discorso da nulla. Oggi, infatti non si può più dare per scontata la fede. Lo riconosceva anni fa lo stesso papa Benedetto XVI, nella Lettera apostolica Porta Fidei, con la quale indiceva l’anno della fede (2011). In essa affermava che oggi la fede non è un presupposto ovvio e il cristianesimo non viene più comunicato come in passato nei luoghi in cui si svolge la vita quotidiana (il posto di lavoro, il quartiere, la stessa famiglia). Parlare di fede adulta è fare riferimento a una fede che non si riduce alla semplice adesione formale a riti, a devozioni, a tradizioni passate o alla partecipazione a qualche manifestazione religiosa annuale senza una vera adesione a Dio con tutto il proprio cuore e senza che la fede abbia incidenza sulla vita e sulla storia delle persone e della società. Adulta è una fede radicata nell’amicizia con Cristo. Un’amicizia che trasforma la vita, che apre a tutto ciò che è buono, che porta a saper discernere tra vero e falso, tra vera e falsa religiosità. Un’amicizia che alimenta la vita della comunità e che si realizza nella carità. Come dice san Paolo, porta a “fare la verità nella carità” (Ef 4,15). Tutto ciò che contraddice la carità non corrisponde alla verità. La calunnia, la maldicenza, i giudici che offendono la carità allontano dalla Verità, che è Cristo Signore e quindi sono negazione della vera fede. Gesù ci mostra che verità e carità si fondono, che la carità, senza la verità, è cieca e la verità senza la carità è “un cembalo che tintinna” (1 Cor 13, 1).
La fede adulta favorisce il camminare insieme, nella Comunità credente. Lo Spirito Santo chiama a fare strada insieme, spinge a uscire da noi stessi per andare verso Dio e verso i fratelli, e mai a chiuderci in noi stessi. Papa Francesco, nel suo messaggio, c’invita a camminare insieme, a essere “tessitori di unità, senza calpestare o sopraffare l’altro, senza covare invidia o ipocrisia, senza lasciare che qualcuno rimanga indietro o si senta escluso”. È un percorso ineludibile che ci sollecita “a verificare se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi in cui lavoriamo, nelle comunità parrocchiali o religiose, siamo capaci di camminare con gli altri, di ascoltare, di vincere la tentazione di arroccarci nella nostra autoreferenzialità e di badare soltanto ai nostri bisogni”.
Questo porta a una vera conversione, che rende adulta la fede e le nostre comunità aperte e solidali. Ho sempre gioito vedendo tanti fedeli e comunità che camminano senza chiudersi in una religiosità esteriore e formale: seguono il Signore nella sobrietà della vita, nella preghiera e nella lode. Senza dimenticarsi dei poveri. Da veri discepoli sanno cogliere i bisogni della comunità, camminare sulle sue orme, avere sempre aperti gli occhi sulla realtà, mai chiusi nel proprio egoismo e nella propria autoreferenzialità.
È questo il Cammino che la Quaresima ci pone davanti, attivando la fantasia della carità, in modo che ogni piccola opera di carità porti gioia e infonda coraggio in chi ha perso o rischia di perdere la speranza.
In questo orizzonte di solidarietà, esorto le Comunità parrocchiali ad aderire al progetto della Chiesa italiana “Mi Fido di Noi”, in modo da costituire un fondo per il microcredito per famiglie e singoli in stato di bisogno a rischio usura.
Con questo fondo, amministrato dalla Caritas Diocesana e dalla Fondazione Antiusura Santi Medici Cosma e Damiano, possiamo venire incontro a tante situazioni di bisogno presente nel territorio e a favorire un percorso di inclusione sociale ed economica per i più bisognosi. Dilatiamo gli spazi della carità: è quanto il Signore ci chiede in questo tempo di grazia!
Seguiranno a riguardo indicazioni più concrete da parte della Caritas Diocesana, sulle modalità di partecipazione al suddetto progetto. A quanti aderiranno a esso dico semplicemente: grazie!
Il Signore illumini il nostro cammino quaresimale e ci guidi nell’amore e nella ricerca del vero bene!
Locri, 9 marzo 2025, I Domenica di Quaresima