Cari ragazzi e ragazze, studenti e studentesse,
vi scrivo da amico. Ormai vi considero tali; molti di voi li ho incontrati negli istituti scolastici, con altri lo farò nei prossimi mesi. È già da alcuni giorni che le strade dei nostri paesi si sono illuminate di luci. L’atmosfera sembra diventare “magica”, c’è nell’aria un desiderio di festa, di incontro di regalare qualcosa, forse per recuperare o rinsaldare vincoli di amicizia. L’attesa è tanta! Attesa di cosa? Qualcuno risponde: del natale di Gesù, solo tu non lo sai? Se s’insiste col chiedere: “chi è per te Gesù? Cosa ti aspetti da Lui?”, la conversazione si fa impegnativa e s’interrompe. In realtà il problema vero sta proprio qui: nell’identità di quel bambino ch’è nato. Quel bambino che con gesto spontaneo molti depongono nella mangiatoia del presepe.
Vi scrivo per dirvi: conservate questa bella tradizione . È stato san Francesco di Assisi a volerlo per la prima volta a Greccio, tre anni prima dalla sua morte ottocento anni fa, il 25 dicembre 1223:
“…Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello.”
Questo era, secondo il racconto di Tommaso da Celano, il desiderio del Santo di Assisi, che quando vede che tutto è predisposto, è raggiante di letizia davanti alla mangiatoia, ove sul fieno accanto il bue e l’asinello è deposto il Bambino Gesù.
Francesco parlerà spesso di Lui come “il Bambino di Betlemme” e, ogni volta che pronunciava le parole “Bambino di Betlemme” o “Gesù”, avvertiva grande dolcezza e commozione.
Chi era quel “Bambinello” secondo Francesco di Assisi?
Dalla risposta dipende il senso del Natale. Ma la risposta è personale: è la tua, la sua, la mia. E non può essere astratta o teorica. Provate a rispondere di fronte al presepe “secondo verità”…e la tua vita cambierà. La risposta non ammette ritardi. Sono i ritardi che cagionano nel mondo guerre, violenze, ingiustizie, discriminazioni, atrocità varie.
Sogniamo un Natale diverso! Sogniamo anche la pace nel mondo. Sogniamo un Natale per tutti, per i Cristiani, gli ebrei, i palestinesi, gli ucraini e i russi. Quel bimbo è nato per tutti. Cammina anche tu con i Magi che da Paesi lontani lo cercano e lo adorano quando l’incontrano. E allora pace su Israele. Pace in Palestina. Pace in Ucraina, in Russia, nel mondo intero. Le guerre ritardano il Natale.
Vi scrivo per dirvi: il Dio della pace è nato! Sì, anche in Israele e nella Palestina, in Ucraina e ovunque c’è guerra: è quel bimbo che soffre sotto le bombe ed è perseguitato come i bambini innocenti fatti uccidere da Erode! Accoglilo nel tuo cuore, se desideri pace. Nel cuore che, inquieto, cerca la gioia e la pace vera. Gloria a Dio e pace agli uomini amati dal Signore. Sì, sei anche tu amato da Lui, sei amato da Lui, chiunque tu sia. Non smettiamo di amare. E avremo la pace, quella vera che nessuna guerra potrà conquistare.
Vi scrivo per dirvi: non perdete questo Natale, è il Natale vero, che non si lascia confondere con le spese e i regali, né accecare dal folgorio delle luci che non può diradare le tenebre del male.
Vi scrivo per dirvi: Natale non è una fiaba!
Buona pace a tutti voi.
Per favore, date i miei auguri anche ai vostri insegnanti e a tutto il personale della scuola.
Come anche ai vostri genitori. Buon Natale a tutti voi che vivete il mondo della scuola. Dio viene anche per voi!
Buon Natale 2023.