Don Zangari: fedele fino all’ultimo.
“Ha amato la Chiesa e l’ha servita sempre, fino in fondo”. Don Giuseppe Maria Zangari ha concluso il suo pellegrinaggio terreno presso la Casa di riposo S. Antonio a Siderno, dove si era trasferito come Cappellano 10 anni fa.
Era nato Mammola il 4 ottobre del 1925 ed era stato ordinato presbitero a Roma il 15 luglio 1951. Appartenente all’Ordine della Mercede, era stato incardinato nella nostra Diocesi l’11 febbraio del 1968. Ha operato in diverse parrocchie: a Mammola, Grotteria, San Giovanni di Gerace e Martone; nel 2006 era stato nominato canonico onorario del Capitolo Cattedrale.
Durante il rito delle esequie che si è svolto stamattina nella Chiesa della Madonna dell’Arco, a Siderno, S.E. Monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, ha ricordato il “Sacerdote umile e premuroso verso gli altri, sereno e tranquillo nei rapporti”. Il vescovo ha rivelato che proprio di recente, don Zangari aveva rinnovato la sua fedeltà alla Chiesa ed al vescovo, attestando il suo grande rispetto verso il presbiterio della diocesi; non si è trattato di “un gesto casuale, ma espressione della gioia di essere parte di una Chiesa che aveva tanto amato”, ha detto monsignor Oliva, aggiungendo: “La sua preghiera per la Chiesa, per il vescovo, per i sacerdoti era segno di una fedeltà che si esprimeva nella volontà di continuare a servire la Chiesa sino all’ultimo respiro”.
Mettendo in rilievo l’essere schivo e riservato del sacerdote defunto, il vescovo ha sottolineato: “In un sacerdote come don Giuseppe Maria, che non faceva grande clamore attorno a sé, che non alzava la voce per farsi ragione, possiamo cogliere i tratti essenziali dei santi della porta accanto”.
Il cammino spirituale di don Giuseppe Maria Zangari è stato raccolto in “tre fedeltà”: a Dio, a Maria,alla Chiesa.
Fedeltà a Dio: “Una fedeltà dettata dal suo amore verso il Signore più che da un dovere formale correlato alla scelta religiosa”.
Fedeltà a Maria: “La sua formazione mariana non l’abbandonò mai. Maria era la mamma, sempre presente nella sua mente e nel suo cuore, nei suoi pensieri e nei suoi scritti, sulle sue labbra e nei suoi ritmi quotidiani”.
Fedeltà alla Chiesa: “La sua fedeltà alla Chiesa non era ostentazione, ma espressione di una relazione spirituale sincera e spontanea”.
Monsignor Oliva ha ricordato, inoltre, la passione di don Zangari per la musica e per il bel canto: sovente suonava per allietare gli anziani della casa di riposo di Sant’Antonio.
Il vescovo ha, quindi, manifestato la sua gratitudine personale e dell’intero presbiterio: “Personalmente sento di doverlo ringraziare per le sue preghiere, per la sua vicinanza e fiducia”. “Le sue parole erano sempre cariche di sapienza, di buon umore, rincuoravano e rasserenavano l’animo. Uomo di preghiera, si sentiva sempre bisognoso di conversione per essere fedele al suo sacerdozio. Quel che spesso appare difficile – come il rapportarsi con sincerità, rispetto e affetto nei confronti del vescovo e tra i presbiteri – in lui appariva spontaneo”.
Dopo aver ringraziato le Ancelle Parrocchiali dello Spirito Santo che hanno accolto, accudito ed amorevolmente servito per ben 10 anni don Giuseppe Maria Zangari, il vescovo ha chiuso la sua Omelia dicendo: “Gesù ci aiuta a capire che è possibile ricominciare sempre, mettere da parte la mentalità mondana per abbracciare una visione di fede. Accogliendo la parola di Dio, invocandolo nella preghiera, ricuperiamo uno sguardo nuovo sulle cose e su noi stessi. Possiamo rinascere se, abbandoniamo il nostro narcisismo ed individualismo, se facciamo della vita un dono continuo, delle nostre capacità un’opportunità per gli altri, del nostro tempo e delle nostre emozioni un’attenzione verso i fratelli. E’ quello che la Chiesa tutta si attende dai sacerdoti”.
Locri 13 aprile 2021
L’Ufficio stampa