“La Calabria in cammino nel tempo del lockdown. La ricerca di nuovi scenari condivisi per ricostruire legami di comunità e abitare la crisi con responsabilità” è il titolo del report presentato in conferenza stampa il 19 marzo 2021 e discusso in diretta, in un successivo webinar, il 22 marzo 2021. Si tratta di una ricerca promossa dal Coordinamento Regionale del Progetto Policoro (CEI) e dalla Commissione Regionale per i Problemi Sociali e il lavoro della Calabria, con il patrocinio della Conferenza Episcopale regionale.
Alla conferenza stampa di presentazione Don Bruno Bignami,direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI, riprendendo le parole di Papa Francesco dice “Una crisi è sprecata solo quando ci si chiude”. L’idea di intraprendere questo percorso nasce lo scorso anno, ad inizio lockdown, quando tutto il mondo si è dovuto fermare e chiudersi in casa. Nel giro di qualche giorno l’incertezza ha preso il sopravvento su molte vite, tutto è diventato più instabile, pericoloso. La frustrazione di non poter neanche cercare “conforto nell’altro” , dal momento che l’unico modo per proteggersi era ed è proprio il distanziamento, ha fatto venire fuori fragilità di ogni genere. Il Progetto Policoro, come il resto del mondo, ha avuto un iniziale momento di paura e sconforto. La crisi di dover ripensare un modo alternativo per continuare ad operare al servizio dei territori ha poi ceduto il passo ad una reazione diversa: la laboriosità e la volontà di rendersi comunque utili nel mandato di Animatori. Sono stati molti gli interrogativi. Chiedersi cosa poter fare per gli altri e per il territorio non è semplice quando si è chiusi in casa ad affrontare delle paure così grandi come quelle che una pandemia può generare. La tecnologia è stata un grande aiuto, e piano piano, un “incontro” virtuale dopo l’altro, il Progetto Policoro ha iniziato a chiedersi e a fare progetti su come poter essere presenti sul territorio. La prima grande consapevolezza è arrivata proprio dal maturare con coscienza nuova il fatto che nessun obiettivo, nessun programma potesse prescindere da una conoscenza profonda del contesto abitato. Quindi, qualunque percorso si desiderasse intraprendere, fondamentale è stato maturare la convinzione che in quel momento il territorio andava ascoltato, ascoltato veramente, per poter comprendere l’impatto di ciò che stava accadendo! E in questo la crisi è stata letta anche come una possibilità: non andava sprecata!Si è andato via via delineando l’obiettivo del percorso intrapreso: quello di costruire una nuova visione della Calabria, tessendo nuove reti,nuovi progetti in una visione condivisa, nell’ottica di costruire nuovi legami. L’ascolto è stato lo strumento fondamentale di questo lavoro: attraverso lo strumento dei focus group e delle interviste strutturate sono stati sentiti circa 180 giovani provenienti da tutte le Diocesi della Calabria e sono state effettuate circa 67 interviste a persone definite “influencers”, cioè persone che per il lavoro svolto, professione, appartenenza a Istituzioni avessero un punto di vista “privilegiato” su molti aspetti. E’stata un’esperienza toccante: i giovani, spesso messi da parte, sono stati ascoltati e hanno avuto modo di esprimere tanto. E’ venuto fuori un forte attaccamento alla terra, molti dubbi, paure, speranze, contraddizioni. Tanto materiale su cui riflettere che potrebbe essere il punto di partenza per percorsi generativi e concreti. Arricchente anche il confronto con le risposte date dagli influencers, dove a tratti viene fuori il conflitto generazionale che da sempre accompagna il susseguirsi del tempo.
L’intero studio sarà a breve reso pubblico e fruibile.
Il lavoro sin qui svolto non è stato un percorso semplicemente nato con le interviste e terminato nel Report. Il Report sarà proprio il punto da cui partire per accompagnare il nostro territorio verso la creazione di reti, legami, e consapevolezze nuove, per arrivare ad una nuova visione della nostra Calabria! Il virus ci ha tolto tanto, ma ci ha anche dato la possibilità di guardarci dentro e guardarci intorno. Non siamo soli, la Calabria non è sola. L’unione di giovani, Chiesa, Istituzioni, associazioni, parti sociali e la società intera può fare la differenza in questo percorso di crescita e cambiamento individuale e collettivo che non può e non deve vedere nella pandemia la morte di sogni e obiettivi bensì il modo per rinascere con strumenti e possibilità nuovi.
Domenica Modafferi
AdC II anno in carica
Progetto Policoro Diocesi di Locri-Gerace