Dopo il suo ritorno in diocesi a un mese dall’intervento chirurgico a cui si è
sottoposto, S.E. monsignor Francesco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace, ieri ha presieduto
una celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Locri. Accolto dal parroco don Fabrizio
Cotardo, che gli ha rivolto il saluto di bentornato, il Vescovo ha avuto parole di gratitudine
verso tutti per la vicinanza che gli è stata dimostrata durante il periodo di malattia. A
porgere il loro saluto a monsignor Oliva, accanto a tantissimi fedeli, c’erano anche il
sindaco di Locri, dott. Giovanni Calabrese, e il consigliere regionale, dott. Raffaele
Sainato.
Locri 2 ottobre 2020
L’Ufficio stampa
Segue il testo integrale del saluto del Vescovo.
Semplicemente grazie!
Appena rientrato in Diocesi dopo un mese di assenza, sento il bisogno di salutare tutti dicendo:
Semplicemente grazie!
Grazie a Te, Signore, per il tempo che ci dai, le opportunità di crescita e di ogni possibilità di vita e
d’incontro. Grazie per le esperienze che ci fai vivere, belle o tristi, facili o difficili. Sei sempre Tu a sostenerci e
a guidarci nel cammino della vita. Grazie per le esperienze di dolore e di condivisione dell’umana sofferenza.
Sono esperienze che ci arricchiscono e ci fanno crescere in umanità, quell’umanità fragile che Gesù ha
assunto su di sé e redento. Grazie, Signore, quando ci fai passare attraverso la prova e ridoni la forza di
riprendere il cammino con Te, che sei sempre nostro compagno di viaggio. Grazie, perché mai ci abbandoni
nella prova.
Lo stesso grazie dico a tutti Voi, fratelli e sorelle, sacerdoti e ministri del Signore! Lo dico a voi che formate
questa bella Chiesa diocesana, che mai come in questo mese ho sentito vicina. Le vostre preghiere mi sono
state di conforto, mi hanno trasmesso quell’energia in più che mi ha sostenuto e sollevato. Torno per
continuare con maggiore entusiasmo il mio cammino con voi e tra voi, sapendo di poter contare sulla vostra
comprensione e collaborazione, che, attraverso l’umiltà e la semplicità di cuore, rendono le nostre relazioni
sempre più belle, meno formali ed esteriori, libere da qualunque pregiudizio.
A tutti dico: semplicemente grazie! Lo dico ai tanti amici o semplici conoscenti e fedeli parrocchiani del
tempo passato. Lo dico ai confratelli Vescovi, alle Autorità tutte, che in ogni modo hanno cercato di
manifestarmi la propria vicinanza ed affetto. Ringrazio l’ufficio diocesano della comunicazione sociale e i
mass media, i quotidiani locali, Telemia ed il suo Direttore, che mi hanno consentito di seguire a distanza gli
eventi diocesani.
Ma consentitemi di ringraziare in modo particolare i medici che mi hanno seguito sia con le loro competenze
professionali che con affetto fraterno. Tra questi, in primo luogo, c’è il dott. Rinaldo Nicita, specialista in
malattie del fegato – endoscopia digestiva – proctologia, un vero esperto nel suo campo, che, ahimè, ancor
più fuori della sua terra, ha trovato il giusto riconoscimento professionale. Lo ringrazio, perché
immediatamente ha saputo con grande perizia diagnosticare il mio problema,
attivandosi in ogni modo e mettendo a disposizione tutta la sua competenza, seguendomi con i suoi consigli
e la sua benevolenza.
Insieme a mio cugino, il dott. Perrone, sono stati per me medici, amici e compagni in questa difficile
esperienza. È stata un’esperienza profondamente umana, che, mettendomi accanto a chi soffre, mi ha tanto
arricchito e mi ha fatto toccare con mano quanto essa avvicini a Dio. Sì, in ogni momento ho sentito la
presenza del Signore, che ha fatto della sofferenza una via di redenzione e di salvezza per tutti.
Ho avuto modo di apprezzare da vicino quanto conti una buona organizzazione sanitaria, che ha soprattutto
bisogno della disponibilità di sufficiente personale medico, infermieristico e sociosanitario, oltre che dei più
moderni strumenti medico-sanitario che la tecnologia odierna offre.
In questa occasione, in cui, per motivi contingenti e di vicinanza con i miei parenti più stretti, ho dovuto
ricorrere ad una struttura sanitaria fuori Regione, mi sono convinto che i nostri presidi ospedalieri non sono
da meno, dispongono di personale medico-sanitario, competente e preparato, ma spesso insufficiente
rispetto al fabbisogno sanitario. È evidente che senza il sufficiente personale medico-sanitario e le dotazioni
tecnologiche moderne ed aggiornate non si garantisce al cittadino la tutela del suo diritto alla salute. Quello
di cui le nostre strutture sanitarie hanno maggiormente bisogno è soprattutto il senso di umanità e di
benevolenza. Il medico che si fa vicino, l’infermiere che vigila su di te, l’operatore socio-sanitario che coglie i
bisogni più elementari fanno di un ospedale un vero spazio di umanità. Quell’umanità che aiuta a superare
ogni forma di arroganza e superbia. Ho spesso ringraziato il Signore, ma anche pregato, perché quanti ne
hanno bisogno possano ricevere le stesse opportunità di cura di cui personalmente ho beneficiato. Le ragioni
economiche e finanziarie, che pure sono importanti, non possono prevalere sulle ragioni di cura della salute.
Penso che, se non ci lasciamo prendere dallo scoraggiamento e dalla tentazione del disfattismo, anche la
nostra realtà può senz’altro recuperare il gap che esiste rispetto alle strutture sanitarie di altre Regioni.
Non mi resta che rinnovare la mia fedeltà al Signore e mettere nelle Sue mani quello che resta del mio
tempo, delle mie forze e delle mie capacità a servire la Sua Chiesa. Chiedo solo di renderci sempre disponibili
nell’ascolto del Signore, che non manca mai attraverso le nostre esperienze ed il vissuto quotidiano di farci
sentire Sua voce ed invitarci a lavorare nella Sua vigna.
Invochiamo la protezione della Vergine Madre che sempre ci è accanto e chiediamo al Signore di aiutarci ad
accoglierLo nella nostra vita donandoci la Sua benedizione.
Mons. Francesco OLIVA
Vescovo di Locri – Gerace