Semplicemente grazie!
Appena rientrato in Diocesi dopo un mese di assenza, sento il bisogno di salutare tutti dicendo: Semplicemente grazie!
Grazie a Te, Signore, per il tempo che ci dai, le opportunità di crescita e di ogni possibilità di vita e d’incontro. Grazie per le esperienze che ci fai vivere, belle o tristi, facili o difficili. Sei sempre Tu a sostenerci e a guidarci nel cammino della vita. Grazie per le esperienze di dolore e di condivisione dell’umana sofferenza. Sono esperienze che ci arricchiscono e ci fanno crescere in umanità, quell’umanità fragile che Gesù ha assunto su di sé e redento. Grazie, Signore, quando ci fai passare attraverso la prova e ridoni la forza di riprendere il cammino con Te, che sei sempre nostro compagno di viaggio. Grazie, perché mai ci abbandoni nella prova.
Lo stesso grazie dico a tutti Voi, fratelli e sorelle, sacerdoti e ministri del Signore! Lo dico a voi che formate questa bella Chiesa diocesana, che mai come in questo mese ho sentito vicina. Le vostre preghiere mi sono state di conforto, mi hanno trasmesso quell’energia in più che mi ha sostenuto e sollevato. Torno per continuare con maggiore entusiasmo il mio cammino con voi e tra voi, sapendo di poter contare sulla vostra comprensione e collaborazione, che, attraverso l’umiltà e la semplicità di cuore, rendono le nostre relazioni sempre più belle, meno formali ed esteriori, libere da qualunque pregiudizio.
A tutti dico: semplicemente grazie! Lo dico ai tanti amici o semplici conoscenti e fedeli parrocchiani del tempo passato. Lo dico ai confratelli Vescovi, alle Autorità tutte, che in ogni modo hanno cercato di manifestarmi la propria vicinanza ed affetto. Ringrazio l’ufficio diocesano della comunicazione sociale e i mass media, i quotidiani locali, Telemia ed il suo Direttore, che mi hanno consentito di seguire a distanza gli eventi diocesani.
Ma consentitemi di ringraziare in modo particolare i medici che mi hanno seguito sia con le loro competenze professionali che con affetto fraterno. Tra questi, in primo luogo, c’è il dott. Rinaldo Nicita, specialista in malattie del fegato – endoscopia digestiva – proctologia, un vero esperto nel suo campo, che, ahimè, ancor più fuori della sua terra, ha trovato il giusto riconoscimento professionale. Lo ringrazio, perché immediatamente ha saputo con grande perizia diagnosticare il mio problema,
Il Vescovo
attivandosi in ogni modo e mettendo a disposizione tutta la sua competenza, seguendomi con i suoi consigli e la sua benevolenza.
Insieme a mio cugino, il dott. Perrone, sono stati per me medici, amici e compagni in questa difficile esperienza. È stata un’esperienza profondamente umana, che, mettendomi accanto a chi soffre, mi ha tanto arricchito e mi ha fatto toccare con mano quanto essa avvicini a Dio. Sì, in ogni momento ho sentito la presenza del Signore, che ha fatto della sofferenza una via di redenzione e di salvezza per tutti.
Ho avuto modo di apprezzare da vicino quanto conti una buona organizzazione sanitaria, che ha soprattutto bisogno della disponibilità di sufficiente personale medico, infermieristico e socio- sanitario, oltre che dei più moderni strumenti medico-sanitario che la tecnologia odierna offre.
In questa occasione, in cui, per motivi contingenti e di vicinanza con i miei parenti più stretti, ho dovuto ricorrere ad una struttura sanitaria fuori Regione, mi sono convinto che i nostri presidi ospedalieri non sono da meno, dispongono di personale medico-sanitario, competente e preparato, ma spesso insufficiente rispetto al fabbisogno sanitario. È evidente che senza il sufficiente personale medico-sanitario e le dotazioni tecnologiche moderne ed aggiornate non si garantisce al cittadino la tutela del suo diritto alla salute. Quello di cui le nostre strutture sanitarie hanno maggiormente bisogno è soprattutto il senso di umanità e di benevolenza. Il medico che si fa vicino, l’infermiere che vigila su di te, l’operatore socio-sanitario che coglie i bisogni più elementari fanno di un ospedale un vero spazio di umanità. Quell’umanità che aiuta a superare ogni forma di arroganza e superbia. Ho spesso ringraziato il Signore, ma anche pregato, perché quanti ne hanno bisogno possano ricevere le stesse opportunità di cura di cui personalmente ho beneficiato. Le ragioni economiche e finanziarie, che pure sono importanti, non possono prevalere sulle ragioni di cura della salute. Penso che, se non ci lasciamo prendere dallo scoraggiamento e dalla tentazione del disfattismo, anche la nostra realtà può senz’altro recuperare il gap che esiste rispetto alle strutture sanitarie di altre Regioni.
Non mi resta che rinnovare la mia fedeltà al Signore e mettere nelle Sue mani quello che resta del mio tempo, delle mie forze e delle mie capacità a servire la Sua Chiesa. Chiedo solo di renderci sempre disponibili nell’ascolto del Signore, che non manca mai attraverso le nostre esperienze ed il vissuto quotidiano di farci sentire Sua voce ed invitarci a lavorare nella Sua vigna.
Invochiamo la protezione della Vergine Madre che sempre ci è accanto e chiediamo al Signore di aiutarci ad accoglierLo nella nostra vita donandoci la Sua benedizione.
Mons. Francesco OLIVA Vescovo di Locri – Gerace
Locri, dalla Sede Vescovile, addì 1ottobre 2020
Memoria di Santa Teresa di Gesù Bambino