Un grazie speciale in questa giornata delle comunicazioni sento di esprimerlo a tutti Voi giornalisti sia della carta stampata che della tv e dei network. Il vostro lavoro è stato validissimo in questo tempo di lockdown. Specie aiutando i fedeli a vivere la loro esperienza di fede favorendo i contatti e la comunicazione tra i pastori della chiesa ed i fedeli.
Veri strumenti di evangelizzazione, nel mettervi a disposizione del popolo di Dio e nel favorire la preghiera, attenuando i disagi dei fedeli per la lontananza dalle celebrazioni liturgiche.
Grazie per questo vostro quotidiano impegno nel favorire il dialogo e la comunicazione nelle nostre comunità.
Il vostro servizio giornaliero non è solo comunicazione fredda di notizie di ogni genere, ma azione di discernimento della vita della comunità, valutazione di quanto accade, promozione e sviluppo di una coscienza critica e ben documentata.
Auspico che possiate trovare parole intelligenti, che aiutino a leggere in profondità le vicende dell’oggi e quelle di ieri, non solo la cronaca ma anche la storia locale.
Invito ciascuno ad accogliere il messaggio di Papa Francesco per la 54ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, titolato ‘Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria’ (Es 10,2). La vita si fa storia”.
Il richiamo al testo dell’Esodo porta considerare il giornalista un cronista della storia, chiamato a ricostruire la memoria dei fatti.
Non mancate mai di mettere al centro della notizia l’attenzione alla singola persona. Ed anche quando la critica è legittima e assolutamente necessaria, il rispetto del singolo, della sua vita, delle sue idee, non può essere mai trascurato.
Aiutate i lettori e le comunità a conoscere la propria storia e quindi a conoscersi meglio. Siate persone che fanno formazione attraverso l’informazione. Giornalisti che cercano la verità, che non costruiscono in modo troppo arbitrario la notizia, che si documentano, che non si lascino prendere dall’emotività, e soprattutto capaci di cogliere quei germi di bene che sono disseminati nella realtà che vi trovate a raccontare. Come afferma papa Francesco, c’è “bisogno di pazienza e discernimento per riscoprire storie che ci aiutino a non perdere il filo tra le tante lacerazioni dell’oggi; storie che riportino alla luce la verità di quel che siamo, anche nell’eroicità ignorata del quotidiano”.
Date sempre spazio alla speranza, nel rispetto della realtà e della corretta narrazione dei fatti. Fra le tante notizie che raccogliete, non omettete quei fatti, quelle storie e testimonianze che infondano speranza.
Date voce al bene, ed il bene vi guiderà alla verità.
✠ Francesco Oliva
Vescovo di Locri-Gerace