Nei locali dell’ex istituto Bennati di Locri, già sede della Caritas diocesana, è sorta la “Casa Santa Chiara” che il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, ha affidato alla Comunità Papa Giovanni XIII fondata da don Benzi. E’ questa un’altra opera segno per il giubileo della misericordia, voluta dal pastore diocesano.
Vi abiterà Teresa Cariati che, ha emesso la professione temporanea davanti al vescovo di Locri-Gerace prima dell’inaugurazione della Casa famiglia avvenuta alla presenza del successore di don Benzi, Giovanni Ramonda.
“Chi segue Cristo, vive la vera pace, quella che solo Lui può dare -ha detto monsignor Oliva- è la pace che Gesù Risorto donò ai discepoli, quando apparve in mezzo a loro. La trova chi prende su di sé il suo giogo, abbracciando il comandamento dell’amore”. Di questo amore tutti siamo chiamati ad essere partecipi, come ha dimostrato di volerlo essere Teresa Cariati con la sua scelta di “conformare la propria vita a Gesù povero, servo, sofferente, che espia il peccato del mondo e nel condividere (per Gesù con Gesù in Gesù) la vita degli ultimi”.
Il vescovo ha indicato tre vie per perseguire gli ideali di questa scelta che richiama quella compiuta da san Francesco d’Assisi e da santa Chiara: La condivisione della vita degli ultimi, (“mettendo la propria vita con la loro vita, facendosi carico della loro situazione, mettendo la propria spalla sotto la loro croce, accettando di farsi liberare dal Signore attraverso loro”); una vita da poveri (“il povero che il Signore fa incontrare trasforma la propria vita, sconvolge le proprie sicurezze”) e “ la preghiera e la contemplazione, in obbedienza e nella fraternità (“L’amore a Dio espresso nell’amore ai fratelli è la vera fraternità. La prova che si ama Dio è l’amore ai fratelli”). Sottolineando che “Le case famiglia di don Oreste Bensi sono una sfida per i nostri tempi”, il vescovo ha confermato il pensiero di Giovanni Ramona, ossia che anche la Casa famiglia di Locri nasce “per dare una famiglia a chi non ce l’ha e per rigenerare nell’amore”. Sarà, come ha spiegato il successore di don Oreste Benzi, un luogo in cui potranno trovare posto quanti scelgono “di condividere la vita con i più poveri. Per non lasciare più soffrire nessuno in solitudine e sentire che il Signore ci chiama tutti a percorrere lo stesso cammino di giustizia e santificazione, per mettere la spalla sotto la croce del fratello e portarla insieme cercando di rimuovere le cause dell’ingiustizia”.
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