Messa in Coena Domini presso la Casa Circondariale di Locri
Carissimi fratelli,
Sono qui con voi per vivere questa celebrazione della Messa vespertina della cena del Signore che dà inizio al triduo pasquale. Sento di essere in una “periferia” del nostro territorio, ma non in un luogo di scarto. Qui non c’è scarto, ma solo un’umanità sofferente, ferita, malata, delle vite travagliate, dei volti segnati da scelte sbagliate, dei cuori intimoriti, in attesa di purificazione e assolvimento della pena. Qui si capiscono tante cose che nel nostro correre quotidiano e nella società del benessere non si capiscono. Per questo anche parlare di fede e di speranza è qualcosa che qui accende il cuore diversamente da quanto può accadere altrove. Qui è possibile vivere la Parola del Signore: “Ero carcerato e mi avete visitato”. Sono venuto per vivere insieme a voi questa parola del Signore, una parola che salva e che porta ad sperimentare la misericordia e la carità. Gesù s’identifica nel carcerato. Lui che è stato ingiustamente condannato, ha perdonato i suoi accusatori, ed ha ricondotto al Padre un condannato (“il buon ladrone”), che riconosce la sua colpa ed invoca salvezza e perdono: “Ricordati di me quando sarai in paradiso”. Gesù gli ridona la pace desiderata: “Oggi sarai con me in paradiso”. Questa attenzione fa emergere il volto di un Dio “ricco di misericordia e perdono, lento all’ira”. Gesù è venuto in terra non per condannare, ma per guarire e salvare. E’ il medico che cura, il buon samaritano, che si prende cura del maltrattato abbandonato sul ciglio di una strada. Anche in questo luogo è possibile incontrare il Signore, accoglierlo, in modo da recuperare il senso della vita, leggere in profondità nel proprio cuore, prendere atto dei propri fallimenti, scoprire le contraddizioni ed il male che rende triste la vita, pentirsi e chiedere perdono…
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omelia cena del signore 2016