Carissimi confratelli,
carissimi religiosi e religiose, diaconi e seminaristi,
cari fratelli e sorelle,
È sempre con tanta partecipazione, anche emotiva, che viviamo questa celebrazione della Messa crismale. La viviamo desiderando cogliere la profondità e bellezza del ministero sacerdotale. “Canterò per sempre l’amore del Signore”. Con queste parole del Salmo 88 esprimiamo sentimenti di gioia e di gratitudine al Signore per quanto ci ha donato. Siamo qui tutti insieme come in un Cenacolo, per riandare alle origini del nostro essere «un regno di sacerdoti». Chissà quante volte abbiamo sentito questa frase. Conoscendo le tante difficoltà del nostro ministero, ho paura che una frase come questa (siamo «un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre») possa lasciarci indifferenti. Eppure la realtà espressa segna la differenza tra quello che stiamo vivendo e un qualsiasi altro raduno di persone. Siamo qui, non solo per esprimere l’unità della nostra chiesa locale e del suo presbiterio, ma soprattutto per annunciare che il nostro sacerdozio – il sacerdozio universale di tutti i battezzati, al servizio del quale è destinato il sacerdozio del vescovo e dei presbiteri e il ministero dei diaconi – è il sacerdozio di Cristo. La missione di Cristo è la nostra missione, la missione che la nostra Chiesa particolare è chiamata ad attuare nel territorio della Locride. Se siamo consapevoli dello strettissimo legame con Gesù, senza il quale serviamo davvero a poco, con un sempre rinnovato stupore ci spingeremo a fare della nostra, una vita sempre più somigliante a quella di Gesù.
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Messa crismale 2016 – Omelia del vescovo di Locri-Gerace