Carissimi Fratelli e Sorelle,
carissimi Sacerdoti, Religiosi e Religiose,
cari Diaconi,
Il giubileo straordinario della Misericordia, voluto dal Santo Padre Francesco, è alle porte. L’occasione è importante, per vivere “un’esperienza viva della vicinanza del Padre, quasi a voler toccare con mano la sua tenerezza, perché la fede di ogni credente si rinvigorisca e così la testimonianza diventi sempre più efficace” (Papa Francesco, Lettera). Un anno che può essere “per tutti i credenti un vero momento di incontro con la misericordia di Dio”.
E’ questa la bella notizia che il nostro tempo si attende: “la misericordia di Dio sarà sempre più grande di ogni peccato e nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona” (Mv3). Ne abbiamo personalmente bisogno, ne ha bisogno la nostra Chiesa, ne ha bisogno la Locride, per superare le conseguenze dei suoi antichi mali sociali.
Come fedeli e pastori ci metteremo in cammino sulla strada che ci porta a vivere il “rinnovamento nell’annuncio del Vangelo, soprattutto usando la medicina della misericordia, piuttosto che imbracciare le armi del rigore” (MV 4). Nessuno può operare nella Chiesa senza sapere che lo fa perché Dio ha usato misericordia verso di lui. Dovremo imparare che la “sete di giustizia” è il primo passo nella costruzione di un futuro secondo la volontà di Dio e che occorre andare oltre la giustizia nella realizzazione della misericordia.
Il nostro tempo corre il rischio, come ricorda l’Evangelii Gaudium, di distruggere la vera umanità nel folle progetto di creare un nuovo tipo di umanità, che di fatto cerca la propria gioia nell’egoismo e nell’individualismo, senza vivere come sua fondamentale realtà la relazione con Dio e con i fratelli. È questa una situazione che esige una radicale conversione pastorale. Ognuno dovrà sforzarsi di obbedire al comando di Gesù di non giudicare, di non condannare, “di saper cogliere ciò che di buono c’è in ogni persona e non permettere che abbia a soffrire per il nostro giudizio parziale e la nostra presunzione di sapere tutto” (MV 14).
Una regola d’oro che renderà più fraterni i rapporti nella nostra Chiesa, nel presbiterio diocesano, a tutti i livelli. Non lasciamo passare questo tempo di grazia senza un serio esame di coscienza comunitario. Prepariamoci a varcare “la porta della misericordia”
(MV 3)…
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pellegrinaggio giubilare diocesano
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